Questa attività ha l’obiettivo di occuparsi dei sintomi del disagio contemporaneo: disturbi del neurosviluppo, dell’apprendimento, ansia, depressioni, stress e somatizzazioni, chiusure e disturbi psico-relazionali (paure, attacchi di panico, ossessioni-compulsioni, aggressività autodiretta, ecc.), disturbi alimentari e dipendenze, sindromi post traumatiche.
Ci si occupa altresì di psicologia in età evolutiva, sostegno e orientamento personale, sviluppo della creatività.
Si accoglie nella stanza di lavoro, insieme alla parola, il corpo e le sue espressioni e rappresentazioni, utilizzando movimento, danza, pittura e scrittura. La risorsa creativa e relazionale contenuta nei processi basilari del corpo permette di sostenere e accompagnare anche persone difficili da coinvolgere nel setting tradizionale.
L’attitudine creativa del “dare forma” prima di “dare significato” offre una modalità di comunicazione che mette in atto contenuti e vissuti del proprio mondo interno, per far nascere la parola dall’esperienza compiuta.
Le forme create attraverso il corpo e il movimento, così come le immagini emergenti, le eventuali tracce grafiche tramite scarabocchi, disegni, scritti o plastici, divengono il mezzo con cui sentire e organizzare parti del sé inaccessibili, regolarne la distruttività, e dare una struttura pre-logica che sviluppi le capacità simboliche necessarie alla rappresentazioni di sé, degli altri e dell’ambiente, per ridare senso, rendere pensabile e significante la costruzione di nuove relazioni vitali.
Una terapia espressiva che comprende il corpo può integrare le manifestazioni somatiche, psichiche, affettive e relazionali, grazie al riconoscimento dei molteplici codici espressivi e livelli di esperienza (reale, immaginaria, simbolica) nella relazione terapeutica, con valenza trasformativa.